L’Istituto Internazionale di Studi Liguri porta ad Albenga l’archeologia a livello mondiale

L’Istituto Internazionale di Studi Liguri porta ad Albenga l’archeologia a livello mondiale

 L’Istituto Internazionale di Studi Liguri porta ad Albenga l’archeologia a livello mondiale. Come aveva annunciato ai soci e agli amici la Sezione Ingauna, ha avuto inizio martedì 2 maggio ad Albenga, nella sede dell’Istituto, uno stage di formazione per giovani archeologi: il lavoro consiste nella schedatura, diretta dal professor Fabio Negrino, docente di Preistoria all’Università di Genova, di un importante fondo di materiale conservato nei depositi di Palazzo Peloso Cepolla.

Si tratta del fondo preistorico dello scavo dell’Arma dello Stefanin, uno degli interventi più noti della studiosa albenganese Milly Leale Anfossi, rimasto inedito e da lei allora soltanto segnalato con una prima comunicazione alle riviste di preistoria nazionali. Albenga si pone così ancora una volta, grazie all’Istituto, in primissimo piano nell’ambiente scientifico non solo italiano.

Il professor Negrino, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Sezione di Genova dell’ Istituto, dirige la Scuola di specializzazione in Beni Archeologici di UniGe e ha organizzato questo importante stage con la sponsorizzazione dell’Università canadese di Montréal; vi partecipano infatti anche due laureati canadesi, oltre gli italiani tra cui una giovane laureata di Albenga, proponendo ancora una volta la città delle Torri e le memorie storico-archeologiche che vi sono conservate a un altissimo livello culturale.

Oggi, giovedì 1 giugno alle ore 17,30 quindi, nella sede dell’Istituto a Palazzo Peloso Cepolla, il professor Negrino terrà la conferenza dal titolo “La Preistoria che verrà. Nuove prospettive di ricerca nelle valli di Albenga”, una conversazione sulla straordinaria importanza di questo stage e sulle prospettive che esso apre, sia di future ricerche sia anche di valorizzazione appunto delle valli di Albenga, ricchissime di memorie e di una natura intatta.