Una “Boccata d’Arte” a Castelvecchio di Rocca Barbena
Ha preso ufficialmente il via sabato 24 giugno “Una Boccata d’Arte” a Castelvecchio di Rocca Barbena. Fino al 24 settembre 2023, il borgo sarà infatti coinvolto nel progetto d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continuae con la partecipazione di Threes.
Ogni anno 20 borghi e paesi di tutta Italia, uno per ogni regione, accolgono 20 artiste e artisti italiani e internazionali di età, formazione e pratiche differenti. Invitati a trascorrere un breve periodo di residenza, gli artisti realizzano 20 interventi in relazione con il territorio e le tradizioni delle comunità locali. In Liguria, il borgo di Castelvecchio di Rocca Barbena (SV) ospita il progetto Se si resta sul posto dell’artista Leonardo Meoni (Firenze, 1994), coordinato da Andrea Daffra e realizzato con il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Castelvecchio di Rocca Barbena.
Classe 1994, nato a Firenze, Leonardo Meoni vive e lavora tra il capoluogo toscano e New York. Si è formato all’Istituto d’Arte di Siena, all’Accademia di Belle Arti di Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero tra cui: PlaceHolder, Amanita, New York (USA, 2022); Ars Memoriae, Palazzo Branciforte, Palermo (IT, 2022); Break-in. Temporal displacement, The Address gallery, Brescia (IT, 2022); CancellareSenzaPermesso, Spazio Amanita, Firenze (IT, 2021); Outside of Inside of Outside, Safavi House, Isfahan (IR, 2021); Sentences, Museo Novecento, Firenze (IT, 2018).
Spiega Leonardo Meoni: «Bisogna restare sul posto, sedersi, attraversare varie volte i passaggi stretti, capire che prima di tutto ci sono i luoghi, poi chi li abita, comprendere che lo spazio in cui ci troviamo è stato fatto svuotando le strade e le case dai rumori inutili». Il suo progetto “Se si resta sul posto” a Castelvecchio di Rocca Barbena, coordinato da Andrea Daffra, prevede l’esposizione di opere che saranno visibili fino al 24 settembre. Si tratta di “Una luce temporanea”, (2023. Ferro, vetro dipinto retroilluminato); “Passaggio” ( 2023. Ferro, legno, vetro dipinto); “Radicale” (2023. Tecnica mista su velluto).
«“Se si resta sul posto” è un intervento diffuso che indaga il rapporto tra Castelvecchio e il suo silenzio – spiega Roberta Mansueto, curatrice artistica – Per vivere questa relazione, secondo l’artista, è necessaria una presenza ben lontana dalle visite furtive: l’ascolto e il cambio di prospettiva richiedono tempo e sono fondamentali per conoscere ritmi, relazioni e storie. Nato in seguito a un contatto serrato con il borgo, la sua architettura e la comunità, il progetto traduce in opera elementi e forme ricorrenti: i passaggi angusti che danno sulle piazze, le vetrate colorate, i pieni e i vuoti, il solco dell’aratro. Nella piazza inferiore troviamo Passaggio, una galleria percorribile che invita a osservare l’esterno attraverso vetrate dipinte a mano e orienta la vista sulla valle aperta e silenziosa; in quella superiore è installata Una luce temporanea, una “finestra” narratrice illuminata di notte. Al “Negozietto”, infine, troviamo Radicale, un velluto cangiante che ovatta e assorbe l’atmosfera, porta segni realizzati con strumenti contadini che rievocano i racconti del lavoro nei campi, della terra, del ritorno alle origini».
Castelvecchio di Rocca Barbena, di soli 140 abitanti, è uno dei ‘Borghi più Belli d’Italia’. Di fondazione medievale e con il suo nome da fiaba, il piccolo centro assomiglia a un fiore di pietra sbocciato nell’alta Val Neva, composto da un imponente castello e dal nugolo di case cresciute ai suoi piedi. Costruito nel XII secolo, il castello ha rivestito un’importante funzione strategica ed è stato gravemente danneggiato nel 1672 nello scontro tra Genova e i Savoia, cui prese parte il mercenario Sebastiano Contrario, da cui il detto “essere un Bastian Contrario”.
Il borgo è caratterizzato da antiche case in pietra con i portali in tufo, caratterizzate da motivi alpino-provenzali sulle cornici delle finestre, i forni, i tetti a terrazza e i sottotetti ad arco in cui si essiccavano castagne, fichi, mele e funghi. Castelvecchio è una meta molto apprezzata per la sua architettura, la prossimità al mare e i sentieri immersi in un paesaggio unico. Tra questi il Sentiero della poesia, l’antica via del Roso o il Sentiero di Ilaria, oltre al sistema naturalistico del Poggio Grande e della Rocca Barbena, con l’Alta Via dei monti liguri e la grotta Arma Veirana dove sono state ritrovate sepolture paleolitiche. Immancabile la cucina locale, con i raviolini di borragine, il coniglio allo steccadò e le frittelle di mele. Meritano una visita la collezione di ceramiche di Albissola di Ca’ del Borgo e, in estate, il FestivAlContrario che organizza concerti, spettacoli e passeggiate per valorizzare i borghi della Val Neva.
«Siamo davvero orgogliosi di ospitare “Una boccata d’arte” proprio a Castelvecchio di Rocca Barbena – sono le parole del sindaco di Castelvecchio di Rocca Barbena, Marino Milani – piazze e vie del nostro borgo diventeranno parte per tutta l’estate di un processo creativo che partirà dall’artista ospite, Leonardo Meoni, e che attirerà a Castelvecchio pubblici differenti che potranno così scoprire le opere ma insieme il nostro borgo e la sua storia. Oltre alla fondazione Elpis ringraziamo inoltre la direzione artistica di FestivAlContrario che ci ha affiancato nell’organizzazione di questo evento: Vera Marenco e Manuela Litro, Marcello Cambi, Leonardo Rosa.»
«Siamo felici di essere entrate in relazione con questa rete nazionale che sviluppa un progetto molto innovativo e nel quale riscontriamo grande affinità con la nostra manifestazione- sono le parole di Manuela Litro e Vera Marenco, direttrici artistiche di Festivalcontrario – Geniale la sfida che si pone Una Boccata d’arte di mettere in luce la cultura, la storia e le tradizioni locali attraverso l’arte contemporanea. Certamente durante il Festival ci impegneremo per dare ulteriore risonanza a questa fantastica iniziativa. Il nostro pensiero va oggi anche alla scomparsa di Alberto Garutti, un autentico maestro, e ai suoi importanti progetti d’arte pubblica capaci di attivare luoghi e comunità».
Una Boccata d’Arte è un progetto diffuso su tutto il territorio italiano: un itinerario culturale che di regione in regione promuove il sorprendente patrimonio costituito dai piccoli centri, per mettere in risalto la storia e le tradizioni locali attraverso l’arte contemporanea. È un invito al viaggio e alla scoperta attraverso la condivisione di pratiche e linguaggi artistici diversi, con una particolare attenzione alle ultime generazioni. Rendere l’arte accessibile a tutti, portarla nei luoghi pubblici, nelle piazze e nelle vie dei paesi, a partire da quelli più remoti, è l’obiettivo di Una Boccata d’Arte, per attivare un processo creativo inclusivo e che permette di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio e trasversale, anche grazie al coinvolgimento delle comunità e alle relazioni che si generano tra artista, abitanti, amministrazioni, associazioni, commercianti e artigiani locali.
Una Boccata d’Arte è il progetto ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, in reazione alla pandemia, per dare un segnale di incoraggiamento e creare nuove opportunità di espressione per artisti emergenti e affermati. Oggi Una Boccata d’Arte è un appuntamento consolidato che ogni anno coinvolge 20 borghi con meno di 5mila abitanti, situati in aree diverse per riscoprire l’intero territorio italiano, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico di piccoli centri, lontani dai circuiti tradizionali dell’arte e del turismo. In virtù della loro dimensione raccolta, questi luoghi diventano il contesto ideale per la sperimentazione artistica e la creazione di nuovi immaginari.
L’iniziativa alimenta una rete diffusa di relazioni e partecipazioni che diventa ogni anno più ampia: a oggi sono stati coinvolti 80 comuni e 80 artisti, insieme a sponsor tecnici, associazioni locali e persone che a vario titolo rendono possibile la realizzazione degli interventi. A ogni edizione sempre più borghi si candidano per partecipare a Una Boccata d’Arte e negli ultimi tre anni, grazie alle acquisizioni delle amministrazioni e alle donazioni degli artisti, ben venti installazioni sono diventate permanenti.
«È un momento molto intenso, di grande fermento, per Fondazione Elpis: lo scorso autunno abbiamo inaugurato la nostra sede a Milano, un passo importante nato dalla volontà di creare un punto di riferimento stabile e di collegamento fra tutti i luoghi, gli artisti, le persone che abbiamo incontrato in questi anni” spiega Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis. “Una preziosa rete, umana e professionale che continua a crescere attraverso processi di scambio e di condivisione in Italia e all’estero. Ad arricchirla ulteriormente è l’edizione in partenza di Una Boccata d’Arte, la quarta, che anche quest’anno rinnova la propria vocazione internazionale e conferma la volontà di dare spazio ai giovani, alla loro capacità di proporsi in maniera sempre originale, lavorando con media diversi e attivando un dialogo artistico e umano sorprendente in grado di incuriosire e coinvolgere le comunità locali, tra performance e laboratori per bambini. Un ringraziamento particolare va ai sindaci e alle amministrazioni locali che in alcuni casi si candidano spontaneamente per partecipare e valorizzare così il proprio territorio attraverso lo sguardo inedito degli artisti».
«Fin dalla prima edizione, la ricerca e la selezione degli artisti partecipanti è stata guidata dal desiderio di fornire una preziosa occasione di espressione principalmente a giovani artisti, sicuri che fossero capaci di centrare uno dei grandi obiettivi di Una Boccata d’Arte: diffondere arte con alta qualità di ricerca in quei borghi – perle del nostro paesaggio – spesso lontani dai circuiti di mostre d’arte contemporanea”, racconta Maurizio Rigillo, Direttore di Galleria Continua. “Poniamo quindi sempre grande attenzione alle combinazioni borgo-artista, cercando di guardare sia alla specificità dei luoghi sia alla ricerca condotta da ciascun artista. Edizione dopo edizione, ne è scaturito un mosaico di opere eccellenti, che hanno saputo trarre ispirazione dalle realtà locali, coinvolgere gli abitanti, creare meraviglia e stupore nei visitatori, confermando quanto sia peculiare nella creazione dell’opera il contesto fisico e di relazione con le persone. É così che, già alla quarta edizione, Una Boccata d’Arte è diventata un atteso appuntamento annuale per l’arte contemporanea in tutto il Paese, e siamo entusiasti di continuare a collaborare per questo progetto».
«Anche quest’anno siamo felici di prendere parte a Una Boccata d’Arte, progetto con il quale, sin dalla prima edizione, condividiamo visioni e metodologie” spiega il team curatorialeThrees. “Il campo d’indagine dei progetti da noi curati mette in relazione la componente sonora con il tema dell’ecologia, nel confronto con il territorio di ciascun borgo. Sviluppiamo tre interventi site specific in Lombardia a Gardone Riviera (BS), in Piemonte a Vermogno – frazione di Zubiena (BI) e in Valle d’Aosta a Fénis (AO), coinvolgendo artisti che integrano una forte componente sonora all’interno della propria pratica. Rispettivamente: Jacopo Benassi, artista affermato e da sempre punto di riferimento della cultura underground, è anche conosciuto per le sue performance di estrema intensità; Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, insieme come Invernomuto, portano avanti una ricerca visiva e sonora fortemente sperimentale sia come singoli individui che come duo; StefanieEgedy, artista nata a San Paolo, Brasile, vive a Berlino, esplora l’interazione tra corpo, basse frequenze e subwoofer».
Opere esposte:
- Leonardo Meoni, Una luce temporanea, 2023. Ferro, vetro dipinto retroilluminato, 250 x 270 x 300 cm / Piazza Torre
- Leonardo Meoni, Passaggio, 2023. Ferro, legno, vetro dipinto, 270 x 150 x 600 cm / Piazza Cavour o Piazza delle Erbe
- Leonardo Meoni, Radicale, 2023. Tecnica mista su velluto, 200 x 250 cm / “Il Negozietto”, Via Roma. Orario: ven – dom, 15.00 – 19.00