Carnevali storici, dal ministero oltre 50mila euro a favore del Comune di Loano per il CarnevaLöa
Ammonta a 50.115,19 euro il contributo ottenuto dal Comune di Loano nell’ambito del bando, promosso dal Ministero dei beni culturali, per l’assegnazione di fondi a sostegno dei carnevali storici. La città dei Doria, in particolare, è entrata in graduatoria per il progetto relativo al CarnevaLöa, la grande manifestazione carnevalesca che dal 1991 viene organizzata in collaborazione con l’associazione Vecchia Loano. Già nel 2022 il Ministero della cultura aveva assegnato al Comune di Loano un finanziamento nell’ambito dell’avviso pubblico relativo ai “carnevali storici” a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo. Il contributo ammontava a poco più di 16mila euro.
Spiegano il sindaco Luca Lettieri e l’assessore a turismo e cultura Enrica Rocca: “Il CarnevaLöa è una delle manifestazioni simbolo della nostra città, un evento turistico che ogni anno attira migliaia di persone. Ma è anche un evento con una notevole importanza culturale e folkloristica, che affonda le sue radici nella storia di Loano e che fa parte a tutti gli effetti della tradizione cittadina. Il contributo è stato ottenuto grazie al lavoro e all’impegno degli uffici comunali, supportati dai membri del direttivo di Vecchia Loano che hanno reperito e fornito la documentazione storica e gli altri materiali necessari alla predisposizione della pratica: a tutti loro va il ringraziamento dell’amministrazione”.
La storia del CarnevaLöa
Grazie al supporto di Vecchia Loano è stato possibile certificare che il primo carnevale di Loano risale addirittura a fine ‘500 e a Giovanni Andrea Doria. Un documento risalente al 1588, infatti, dimostra che già allora si svolgevano festeggiamenti carnevaleschi e che la voglia di divertimento pre-quaresimale e lo spirito satirico trovavano sfogo in una sfilata delle maschere, molto amata dal principe Giovanni Andrea Doria. E’ inoltre documentato con certezza dal XVII secolo, secondo alcuni atti notarili, l’ingaggio di due o tre suonatori di strumenti musicali per accompagnare gli intrattenimenti del periodo e suonare pubbliche danze.
L’attuale “format” del carnevale di Loano ha più di 100 anni di storia e nel corso del tempo diverse associazioni si sono avvicendate portando avanti questa tradizione: la “Unione sportiva loanese”, il “Cerchio Rosso”, la “Fetaia”, la “Stella Alpina”, il gruppo “Oriental Bluman Carovan”, l’associazione “Puè Pepin” , la “Azienda Autonoma di Turismo e Soggiorno” e dal 1992 tocca all’associazione “Vecchia Loano” con il sostegno dell’assessorato a turismo, cultura e sport del Comune di Loano.
Nel corso degli ultimi anni il carnevale di Loano è arrivato ad essere riconosciuto dalla Regione come il “più grande carnevale della Liguria” come numero di carri, e da qualche anno annovera una maschera della commedia dell’arte italiana, Capitan Fracassa, che insieme a Puè Pepin, Re del Carnevale loanese fin dal 1950 e U Beciancin, personaggio goliardico dei primi del ‘900, maschera ufficiale, costituiscono un trio carnascialesco conosciuto ormai in tutta Italia.Nel 2017 CarnevaLöa ha ottenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del territorio il riconoscimento di “carnevale storico” per l’importante ruolo di promozione turistica del territorio che svolge da ormai cento anni. La sua origine, quindi, è molto antica.
La tradizione ha poi raggiunto l’epoca moderna. Nell’Ottocento e sino ai primi del Novecento, infatti, era consueto rappresentare farse a teatro: prima in una sala situata in centro, in piazza Rocca, poi nel teatro comunale oppure nell’ex chiesa dei Cappuccini. Da ricerche storiche effettuate è emerso che questa tradizione ha avuto inizio già nel 1800, ma è dai primi anni del 1900 che la manifestazione, arricchita dai carri allegorici, è divenuta un grande evento popolare radicato per le sue origini cristiane”.
Le maschere tradizionali
Una componente fondamentale di questo recupero storico è la salvaguardia delle maschere tipiche del carnevale loanese: Capitan Fracassa, U Beciancin, U Puè Peppin e la Principessa Doria.
Capitan Fracassa, detto anche Capitan Spaventa, è una maschera tradizionale della Liguria che appartiene ai personaggi più importanti della commedia dell’arte italiana. Il suo vero nome è Capitan Rodomonte di Val d’Inferno, capitando di ventura spagnolo, approdato sulle spiagge del Ponente ligure. Rappresenta la caricatura del soldato di ventura, sbruffone, spaccone e fifone; si vanta spesso di titoli nobiliari non posseduti, vuole a tutti i costi averla vinta e fare fortuna, ma alla fine viene sempre deriso e conclude ogni avventura a suon di botte. Racconta sempre storie incredibili alle quali è l’unico a credere e, alla fine, deve sempre scontrarsi con la sua vera natura di persona pavida. Talvolta si fa serio, di nobile animo e di alti sentimenti, quasi un sognatore. Goffaggine e spacconeria lo rendono un personaggio molto buffo e una delle maschere più belle, interessanti e complete della commedia dell’arte. Ha un aspetto piacevole: porta baffoni e pizzetto, e i colori del suo costume sono il giallo e il rosso arancio , arricchito da ninnoli e nastri; porta un grosso cappello piumato e ricchi stivali. Sua compagna inseparabile è una grossa e pesante spada da moschettiere che trascina facendo molto rumore che tuttavia utilizza poco poiché, fifone com’è, preferisce combattere con la lingua.
U Beciancin è la maschera ufficiale del CarnevaLöa. Questo personaggio era un giardiniere simpatico e burlone che amava il buon vino, questi curava e innaffiava i giardini e gli orti di Loano e, quando trovava delle coppiette appartate, si divertiva a bagnarle completamente usando il proprio innaffiatoio (Rigadera) spegnendo, così, la passione amorosa dei malcapitati per poi scappare via ridendo divertito. Il suo nome era Vincenzo e il suo nomignolo in dialetto loanese era “Cin”. Quando gli amici lo avvertivano che c’erano delle coppie che amoreggiavano lo incitavano dicendo:-mia chi i beccian Cin- (guarda che amoreggiano Cin), ed ecco che il nomignolo era già stato confezionato. Il suo aspetto simpatico, l’abbigliamento semplice con il tipico “gazzo” alla ligure accompagnato dalla inseparabile rigadera, la maschera di cuoio è quella classica della commedia dell’arte, tipica dei personaggi carnascialeschi di molte rappresentazioni teatrali. Quest’anno U beciancin è stato anche ufficialmente presentato nel Festival delle Città Identitarie di Loano, manifestazione finanziata dal Ministero della Cultura, come personaggio caratterizzante la città.
U Puè Peppin (Papà Peppino) è la maschera tradizionale loanese, nata nel dopo guerra dalla figura storica del Re Carnevale. Negli anni ’70 del secolo scorso, fu consacrato “Simbolo del Carnevale” con il suo faccione simpatico, la parrucca di riccioli biondi e il costume che rappresenta l’emblema di Loano: la Torre dell’Orologio.
La Principessa Doria che rappresenta la principessa Zanobia del Carretto che sposò, a Gaeta nel 1558, appena diciottenne, Gianandrea Doria. Il nome della principessa è particolarmente legato a Loano, dove lei soggiornava nei mesi più freddi. Assieme al consorte assicurò la committenza del centro monumentale di Loano, tra cui il palazzo Doria, la torre pentagonale, la loggetta aerea e il borgo circondato da mura. E’ ricordata sia per le sue attività di benefattrice tra cui l’istituzione del monte di pietà a Loano, sia per il riscatto di molti schiavi cristiani catturati dai saraceni. La principessa scomparve all’età di 50 anni il 18 dicembre 1590 e fu sepolta nella cripta dei Doria della chiesa di san Matteo dove ancora riposa accanto al marito. La maschera è rappresentata da una giovane e bella donna che indossa un vestito azzurro e bianco riccamente ricamato, un mantello rosso e porta una corona in testa. Affettuosa con i bambini e generosa con le persone, collaborò con il marito Giovanni Andrea Doria alla realizzazione di una delle prime edizioni del Carnevale loanese (1588) di cui è stata presentata documentazione per attestare la storicità del carnevale di Loano.
Il lavoro di Vecchia Loano
Oltre a promuovere l’organizzazione del CarnevaLöa, Vecchia Loano è impegnata in altri progetti di recupero delle tradizioni storiche cittadine non solo legate al carnevale ma anche al periodo cinquecentesco dei principi Doria ed alla tradizione delle streghe (si narra dal Seicento di pratiche esoteriche nella zona di Borgo Castello ove sorge la più antica delle dimore dei Doria). Per raggiungere l’obiettivo di implementare ulteriormente gli eventi legati al Carnevale il Comune di Loano ha realizzato un capannone di 1500 metri quadri, il terzo più grande nel nord Italia, nel quale vengono allestiti i carri e in cui è stata predisposta la “scuola della cartapesta” che, tramite corsi formativi, favorisce la conoscenza e la trasmissione delle tecniche di costruzione dei carri allegorici alle nuove leve. In questo senso, Vecchia Loano ha attivato diverse attività di laboratorio con gli istituti superiori del comprensorio.
Loano, insieme a Parma, Torino, Vercelli, Castelnuovo Don Bosco (Asti), Busca (Cuneo), Verona, Aosta, Acerra (Napoli), Catanzaro, Polignano a Mare (Bari), Sciacca (Agrigento) è cofondatrice del “Centro Nazionale di Coordinamento delle maschere Italiane”. Le tre maschere Beciancin, Puè Pepin, Capitan Fracassa e la Principessa Doria del Castello sono inserite nel “Registro delle maschere italiane”, nel quale sono inserite tutte le maschere della commedia dell’arte italiana e i personaggi folkloristici delle varie realtà regionali. Obiettivo dell’iniziativa è valorizzare il carnevale non solo come occasione di divertimento ma anche come risorsa storica, tradizionale, culturale e turistica.
Sempre nel 2019 Vecchia Loano, il Forum Culturale di Borghetto Santo Spirito e la Pro Loco di Toirano hanno fondato il “Comitato Personaggi Storici e Folkloristici Liguri” il cui scopo primario è riunire sotto uno stesso “brand” tutte le maschere liguri e coordinare il lavoro delle associazioni del territorio attive nell’organizzazione e nella promozione dei carnevali della nostra regione. Il Comitato nasce come riferimento a livello regionale, ma lavora gomito a gomito con il Coordinamento Maschere Italiane. Si tratta di uno strumento fondamentale per poter organizzare al meglio l’attività delle varie realtà associative dislocate in Liguria e delle maschere a loro legate, maschere che non rappresentano più solo dei ‘personaggi’ ma sono portatrici di contenuti legati a storie, tradizioni e costumi locali. Il Comitato si occupa di approfondire gli aspetti storici e culturali delle maschere già esistenti e porterà avanti anche un’attività di recupero di quelle ormai dimenticate e che tuttavia meritano di essere riportate alla luce ed inserite nel novero delle maschere della tradizione ligure.