Clima ed energia, Savona aderisce al “Patto dei sindaci”
Approvato dalla giunta comunale di Savona un documento da sottoporre al vaglio del Consiglio Comunale che contiene la proposta di adesione formale al “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia” che impegna le città europee aderenti a ridurre le proprie emissioni di CO2.
“La nostra amministrazione – dice l’assessore alla Transizione Energetica, Francesco Rossello – dà la massima priorità al tema dei cambiamenti climatici e della conseguente necessità di ridurre le emissioni in atmosfera, di aumentare la produzione di energie rinnovabili e, più in generale, di cambiare l’approccio culturale intervenendo sulle abitudini e sui comportamenti dei cittadini, per questo crediamo molto in questa iniziativa che vogliamo affrontare con la massima serietà e con l’obiettivo di ottenere risultati importanti, anche perché non c’è più tempo, dunque bisogna porsi traguardi ambiziosi”.
La filosofia del Patto dei sindaci (lanciato dalla Commissione Europea nel 2014), infatti, è quella di impegnare i firmatari a perseguire i seguenti obiettivi:
MITIGAZIONE: accelerare il processo di decarbonizzazione dei territori contribuendo a mantenere il riscaldamento globale medio al di sotto di 1,5 °C
ADATTAMENTO: rafforzare la capacità di adattamento agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici
ENERGIA SICURA, SOSTENIBILE E ALLA PORTATA DI TUTTI: aumentare l’efficienza energetica e l’uso delle energie rinnovabili garantendo così l’accesso universale a servizi energetici sicuri, sostenibili e accessibili a tutti.
Il Piano per raggiungere questi obiettivi (che è denominato SECAP), molto attuali all’indomani dell’accordo internazionale alla COP28 sull’abbandono entro il 2050 dei combustibili fossili dovrà essere redatto entro due anni dal voto del Consiglio Comunale. A redigerlo sarà la società IRE alla quale il Comune ha già dato l’incarico e inizierà il lavoro preliminare di monitoraggio non appena il Consiglio Comunale si sarà espresso.
“Il clima – conclude Rossello – non ha nazionalità né confini, quindi è evidente che se non ci sono direttive globali che individuino azioni per una decisa riduzione delle emissioni un Comune può fare ben poco da solo. Per questo l’ennesima mediazione al ribasso dell’ultima COP28 non è certo incoraggiante. Uno dei primi atti della nostra Amministrazione è stato quello di provare ad aderire al Bando europeo che individuava le città che accettavano la sfida di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E’ ovvio che sarebbe stato un obiettivo molto ambizioso, ma è ciò al quale ogni comunità, in base alle proprie possibilità, deve tendere, anche seguendo l’esempio delle nuove generazioni che da questo punto di vista hanno molto da insegnare a chi oggi ha compiti di governo”.