Comune di Imperia e Rivieracqua decidono di controllare la rete idrica per evitare disagi all’utenza
Il Comune di Imperia, in piena sinergia con l’ente di governo dell’Ambito Ovest e con il gestore Rivieracqua, ha avviato, soprattutto a seguito della situazione siccitosa che ha portato a decretare lo stato di severità idrica alta, una serie di attività di natura straordinaria che interessano trasversalmente sia le varie fonti di approvvigionamento sia le reti di distribuzione comunale.
“In primo luogo – si legge nella nota stampa – sono stati affidati tutti i 16 cantieri relativi al progetto Masterplan Roja che, come noto, prevede il raddoppio della condotta adduttrice del Roja dalla località Prino verso il levante della provincia oltre alla sostituzione della tratta a Sanremo, indispensabile per consentire un utilizzo in parallelo delle condotte esistenti e massimizzare le potenzialità di erogazione in termini di portata e pressione.
I lavori sono in corso nel rispetto del cronoprogramma e, in particolare, risulta già completata e funzionante la tratta compresa tra l’ex passaggio a livello davanti al Comune di Imperia e Diano Marina. In questa tratta, quindi, Imperia dispone già di due condotte adduttrici che garantiscono già da sei mesi un servizio più efficiente ed una riduzione dei guasti e conseguenti disservizi.
È stata altresì completata la derivazione di collegamento tra la nuova tubazione del Roja ed il serbatoio di Bardellini che garantisce gli stessi vantaggi di cui sopra anche alle fasce più alte della rete cittadina.
A maggior garanzia della costante alimentazione del serbatoio Bardellini, sono in corso di realizzazione anche i potenziamenti dei sollevamenti dal Roja mediante booster.
Parallelamente sono stati realizzati interventi di miglioramento delle sorgenti di Rezzo con importante recupero di acqua a vantaggio delle zone alte di Sant’Agata, Montegrazie, Moltedo, Artallo e il recupero dei serbatoi Morene a Cervo la cui capacità di accumulo si ripercuote positivamente anche su Imperia soprattutto nei periodi di massimo consumo.
Sono stati inoltre ripristinati tre pozzi sia in valle Impero che sul Prino e realizzato il potenziamento del sollevamento tra Bardellini e Artallo al fine di migliorare il servizio nelle zone che, nelle scorse estati, hanno risentito maggiormente della crisi idrica.
Per quanto attiene la rete idrica sono state sostituite alcune condotte (cfr. tratta della condotta di adduzione che proviene da Rezzo in corrispondenza del “Bennet”) e sono di prossimo avvio alcune sostituzioni di tubazione che hanno evidenziato maggiori criticità (quali ad esempio quella in strada Cioixe).
Al fine di ridurre il numero di rotture sulla strada Incompiuta saranno a breve consegnati i lavori per il relining della condotta del Roja 1 nella tratta Rabina-Diano Marina.
Inoltre, nell’ottica dello sfruttamento sostenibile delle risorse e dello sviluppo green della città, il Comune ha in corso di approvazione il project financing con ENEL X che, oltre alla realizzazione del parco fotovoltaico sul depuratore, consentirà di riutilizzare l’acqua trattata dal depuratore stesso per l’irrigazione del parco urbano con conseguente risparmio di acqua.
Su scala provinciale, si stanno portando avanti gli studi per individuare risorse idriche alternative e complementari a quelle esistenti come, per esempio, la realizzazione di invasi sul bacino dell’Argentina e Giara di Rezzo, sul Tanarello, nonché sono previsti interventi sull’alveo del Roja per migliorare la capacità di ricarica della falda.
Sono state presentati progetti nell’ambito del PNISII anche per raddoppiare la tratta tra Sanremo e Imperia al fine di consentire una maggior potenzialità del sistema Roja.
Per quanto attiene l’installazione di impianti di dissalazione, va detto che questi risultano problematici dal punto di vista tecnico e presentano costi di realizzazione e gestione enormi soprattutto a causa dell’elevato impegno energetico. Basti pensare che il costo di un metro cubo di acqua dissalata può arrivare a 3 euro al metro cubo a cui vanno aggiunti i normali costi di gestione del SII.
In particolare, si evidenzia come sia sconsigliabile il prelievo di acqua di falda (per problemi di danneggiamento della falda stessa con conseguenti danni ambientali anche permanenti) e sia da privilegiare piuttosto la desalinizzazione di acqua prelevata dal mare a distanza dalla costa.
Restano i problemi di scarico della salamoia prodotta che, se recapitata in fognatura, rappresenta una forte criticità per gli impianti annessi in quanto altamente corrosiva oltreché dannosa per l’ecosistema costiero se non si adottano tutta una serie di accorgimenti altrettanto costosi.
Per le motivazioni il Piano degli Investimenti di cui al Piano d’ambito approvato non individua tale tecnologia.
Considerati, tutto sommato, i modesti consumi di acqua della provincia, concentrati soprattutto nei mesi estivi, a fronte di un territorio abbastanza esteso e con rilievi non trascurabili, si è ritenuto prioritario orientare gli investimenti al recupero delle fonti esistenti, all’accumulo dell’acqua mediante bacini, al contenimento delle perdite di rete.
Per completezza di informazione sul tema idrico, colgo l’occasione per alcune precisazioni anche sul tema delle tariffe del servizio idrico integrato dell’ATO ovest Imperia.
Le normativa del Servizio Idrico Integrato, fra i suoi un principi fondamentali, dispone la gestione unitaria dei servizi acquedotto, fognatura e depurazione, in un ambito unitario denominato ATO, affidati ad un unico gestore del servizio, che nel nostro caso è stato individuato già dal 2012 in Rivieracqua, e di una tariffa unica per l’intero ambito. Dispone altresì che la tariffa unitaria d’Ambito deve essere tale da garantire sia i costi di gestione del servizio che gli investimenti.
Questi principi dovrebbero essere noti a tutti.
Nel corso di questi anni Rivieracqua ha solo progressivamente e lentamente, per diverse vicissitudini, acquisito le innumerevoli gestioni preesistenti ereditando ben oltre 360 tipologie e livelli di tariffe, molte delle quali ferme da un decennio. La tariffa unitaria avrebbe dovuto decollare già a far data dal 30 giugno 2018 ma così non è stato.
Il mancato adeguamento delle tariffe è tra le cause dello stato di dissesto finanziario e di crisi in cui si trova Rivieracqua, stato di crisi che fra l’altro ha imposto alle amministrazioni locali la scelta condivisa di ricorrere ad un partner privato di minoranza per acquisire parte delle risorse finanziarie per azzerare il forte debito accumulato: nessuna volontà di privatizzare un servizio che rimane pubblico ma una scelta pressoché obbligata per non far fallire Rivieracqua.
Non è stata una volontà di un singolo ma una scelta condivisa dal territorio.
Mancati adeguamenti tariffari e tariffe molto diverse da Comune a Comune generano oggi adeguamenti diversificati sul territorio in ragione dei diversi livelli delle tariffe previgenti. C’è chi pagherà di più, perché prima ha pagato meno, e c’è chi pagherà meno, perché prima ha pagato di più.
Il livello della tariffa unitaria d’ambito, diversificata solo per 4 categorie di utilizzo, e gli adeguamenti sono assolutamente necessari ad assicurare l’equilibrio entrate-uscite senza cui nessun servizio può essere garantito ed è una delle condizioni base per cercare di salvare la società Rivieracqua.
Anche per quanto attiene alla questione della cosiddetta retroattività delle nuove tariffe, va precisato che l’adeguamento tariffario del biennio 2022-2023, che era un compito specifico attribuito al commissario ad acta per superare le precedenti inadempienze, ha semplicemente rispettato quanto previsto da ARERA. Pertanto, la quota del 2022 verrà fatturata congiuntamente al 2023 rispettando le disposizioni Arera.
Diversamente da tutte queste azioni messe in campo, oltre al rischio del fallimento della società pubblica Rivieracqua, sarebbe stato in pericolo il servizio idrico nell’intero ambito imperiese con conseguenze inimmaginabili”.