A Salone Nautico approda il progetto “Splash & Co”

A Salone Nautico approda il progetto “Splash & Co”

Anche il progetto SPlasH&Co sarà protagonista del Salone Nautico di Genova nell’ambito dell’evento dedicato alla Cooperazione europea territoriale in Liguria organizzato dall’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Liguria. Il filo blu dell’acqua è il titolo del convegno in programma giovedì 21 settembre 2023, dalle 15.30 alle 17.30, all’interno del 63° Salone Nautico Internazionale di Genova presso lo spazio dell’Eberhard & Co Theatre.


Nel corso del seminario, organizzato in occasione della Giornata europea della Cooperazione territoriale, saranno presentati i progetti Interreg ai quali la Liguria ha partecipato nella scorsa programmazione e quelli ai quali parteciperà che sono già stati approvati o sono in fase di approvazione nei primi bandi del settennato 2021-2027.   Il filo che lega i progetti Interreg presentati sarà quello “blu” dell’acqua vista non solo come risorsa di crescita e sviluppo ma anche come un fattore di rischio da gestire.

SPlasH&Co “Stop alle Plastiche in H2O ai tempi del Covid” è un progetto coordinato dall’Università di Genova (Dipartimenti DISTAV e DICCA), con European Research Institute e Università di Tolone e finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 dell’Unione Europea ed è nato per studiare la presenza e le dinamiche delle microplastiche disperse in ambiente marino portuale. Il progetto si è concentrato sullo stato in cui l’area Marittimo (e il mondo intero) si trova dopo la pandemia di Covid-19: i nuovi dati raccolti possono fornire elementi per comprendere meglio, sfruttando i modelli matematici, la diffusione e il comportamento delle microplastiche nell’ambiente portuale, ma anche, considerato l’enorme aumento dell’uso di oggetti monouso, l’impatto della pandemia sull’ambiente marino, con la verifica della presenza di micro- e macroplastiche derivanti da mascherine e guanti protettivi, per esempio. La capitalizzazione del precedente progetto SPlasH! ha permesso di approfondire le conoscenze già acquisite sia nelle zone interessate sia a livello internazionale, consolidandole e approfondendole con ulteriori scambi e monitoraggi congiunti.

Analisi e monitoraggi si sono concentrati su: materiale galleggiante, sedimento di fondo, acqua superficiale e pesci. Di particolare importanza in quanto quasi inedito è stato il monitoraggio sull’effetto del biofouling, ovvero la crescita e l’accumulo di microrganismi, alghe o piccoli animali sui detriti di plastica o sulle mascherine usa e getta usate durante la pandemia. In parallelo nei laboratori dell’Università di Genova e dell’Università di Tolone, mascherine e frammenti di microplastiche vergini sono stati immersi in acqua di mare con lo scopo di far crescere il biofilm di batteri e alghe sulla loro superficie. Successivamente, a diversi intervalli di tempo, ovvero a diversi gradi di crescita del biofilm, i frammenti e le mascherine sono stati immersi in vasche dove è stata simulata la loro dispersione in mare e sono stati studiati il loro comportamento e la dinamica lungo la colonna d’acqua. Gli esperimenti condotti in tal senso avevano lo scopo di valutare l’effetto del biofouling sulla velocità terminale di diversi tipi di detriti plastici e dunque sul loro trasporto in acqua e sulla destinazione, in balìa del moto delle onde e delle correnti. I risultati di questi studi potranno essere integrati nei modelli predittivi sul trasporto della plastica e risultare conseguentemente utili alla salvaguardia dell’ambiente marino.

Ricerca, ma anche divulgazione. Nel corso delle attività svolte con circa 500 studenti delle scuole nei territori interessati dal progetto (Liguria, Sardegna e dipartimento del Var, in Francia) sono state effettuate pulizie delle spiagge, individuando centinaia di chili di rifiuti di ogni genere. Questo ha permesso ai partecipanti di comprendere l’urgenza di intervenire per proteggere il mare, a partire dalla riduzione delle plastiche monouso, nettamente prevalenti.