Un futuro con 300 euro di pensione. Cia Liguria incontra i parlamentari liguri

Un futuro con 300 euro di pensione. Cia Liguria incontra i parlamentari liguri

600 euro oggi. 300 euro domani. Per i giovani agricoltori la pensione sarà la metà di quella minima  nel 2023. Ecco perché Cia Agricoltori Liguria  insieme ad ANP – Cia Liguria, che raggruppa gli agricoltori pensionati,  ha chiesto  ai parlamentari liguri di poter creare un nuovo metodo che preveda una pensione di garanzia alla quale aggiungere i contributi.

“ Se la situazione rimane la stessa – spiegano Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria e Giancarlo Cassini, presidente ANP Cia Liguria – diventa difficile convincere i giovani ad entrare nel nostro settore.

Nel contempo occorre tutelare gli anziani di oggi portando le minime ad almeno 780 euro ed introdurre novità  come l’introduzione dell’APE sociale, per i lavori usuranti e gravosi, anche per i lavoratori autonomi in agricoltura ampliando la platea oggi ristretta ai soli dipendenti.

Nonché  porre rimedio alle limitazioni dell’Opzione Donna che con il passare degli anni sta diventando una “Punizione Donna” con  un calcolo interamente contributivo degli assegni, già magri, delle lavoratrici”.

Il tema delle pensioni non è stato l’unico che Cia Liguria ha posto ai parlamentari liguri. Presso la sede a Genova si sono succeduti confronti con l’Europarlamentare Marco Campomenosi. I Deputati  Luca Pastorino,  Valentina Ghio. Roberto Bagnasco.  Si è svolto anche un incontro con Vittoria Canessa Cerchi delegata dell’On.le Lorenzo Basso.

“ C’è un’Italia e una Liguria di serie “B” con Comuni senza servizi essenziali, ospedali, scuole, spesso privi di farmacia rurale, di uffici postali, senza negozi alimentari e con un numero elevato di anziani residenti. Ormai anche il Medico di Famiglia è sparito da moltissimi paesi – hanno ricordato Roggerone e Cassini ai parlamentari liguri -.  Se vuoi ripopolare certe zone dando la possibilità di insediarsi a chi lavora in smart working, non è possibile pensare che nelle zone collinari non ci sia più un servizio.
Le soluzioni? Alcune possono essere molto semplici. Come quella di non far pagare imposte a chi apre un emporio  nei paesi dell’entroterra.

Su altre basta spendere bene i soldi del PNRR, investendo sulle infrastrutture digitali e ponendo  le condizioni per il mantenimento e lo sviluppo dell’agricoltura con la creazione di piccoli invasi e la ristrutturazione delle reti idriche anche con l’utilizzo delle acque reflue dei depuratori funzionanti”.