Parco del Beigua verso la candidatura alla Carta europea del turismo sostenibile nelle aree protette (Cets)
Bilanciare le necessità di tutela della biodiversità e dei valori ambientali con le esigenze di sviluppo socio-economico del territorio: è questo l’obiettivo del Piano delle Azioni 2024-2028 approvato all’unanimità dal forum permanente promosso dal Parco del Beigua per lanciare la candidatura alla Carta europea del turismo sostenibile nelle aree protette (Cets), riunitosi a Varazze lo scorso 6 dicembre.
Un programma di interventi ambizioso, condiviso e partecipato dalle diverse anime del territorio: l’Ente Parco e i Comuni, gli operatori turistici, le aziende agricole, le associazioni culturali e sportive, i musei, 44 soggetti diversi che in questi mesi hanno lavorato insieme, si sono confrontati, hanno fatto rete per davvero.
La Cets è lo strumento metodologico sviluppato da Europarc Federation, rete delle aree protette europee, che non impone al territorio il raggiungimento di uno standard predefinito, ma impegna gli attori locali a collaborare e a condividere principi di sostenibilità, fondati sulle 10 azioni chiave della Cets, che riguardano la protezione del patrimonio naturalistico e culturale, la conservazione attraverso il turismo, la riduzione degli impatti ambientali e la promozione del territorio.
Il lavoro dei partecipanti al Forum si è sviluppato nell’ambito di tavoli di lavoro territoriali articolati per ambiti: costa (riferimento per i comuni di Arenzano, Cogoleto, Varazze), entroterra savonese (per i comuni di Stella, Sassello, Urbe) e entroterra genovese (per i comuni di Tiglieto, Rossiglione, Campo Ligure, Masone). Da un’analisi critica della realtà turistica del comprensorio del Beigua, sono emerse opportunità interessati per valorizzare il territorio, ma anche criticità e debolezze, che possono essere percepite come limite alla crescita.
“Siamo partiti proprio da quello che manca, da quello che c’è, ma che non sempre sappiamo valorizzare, comunicare, promuovere e abbiamo fatto una seria analisi di fattibilità – si legge nel comunicato stampa dell’Ente Parco -. Perché non bastano le idee e la volontà, ci vuole concretezza: servono risorse, mezzi, capacità; quando ci sono si costruiscono ponti verso il futuro, altrimenti si disperdono energie e si perde entusiasmo”.
Dal confronto tra le diverse posizioni è emersa una strategia unitaria incentrata su tre assi tematici, all’interno dei quali si sono inserite le azioni:
- migliorare visibilità e riconoscibilità del comprensorio del Beigua e attivare un maggior coordinamento tra i soggetti coinvolti nelle attività di comunicazione e promozione
- valorizzare e conservare il territorio sia nei suoi aspetti insediativi, sia negli elementi di attrazione turistica, come un mosaico di tessere composto da natura, sentieri, borghi, tradizioni, filiere agroalimentari e artigianato
- accrescere la consapevolezza degli operatori turistici e degli enti locali sul valore del Beigua come marca di identità territoriale e migliorare la qualità dell’accoglienza.
Visibilità, valore e territorio saranno dunque i temi chiave delle 90 azioni che potranno cambiare l’immagine del Beigua grazie a interventi infrastrutturali, nuove proposte di fruizione, iniziative di valorizzazione del patrimonio locale con un impegno stimato di risorse che supera gli 8milioni e mezzo di euro: una cifra che comprende sia gli importi già impegnati per la realizzazione delle azioni in programma sia quelle richieste o da richiedere su bandi e altre forme di finanziamento.
Con l’invio del dossier di candidatura del Beigua alla Carta europea del turismo sostenibile a metà dicembre si è completata la prima fase del percorso: ora sarà Europarc a valutare la documentazione presentata e la coerenza della Strategia e del Piano con le azioni chiave della Cets per poi programmare tra la primavera e l’estate del 2024 un sopralluogo sul territorio per verificare le attività in corso e l’effettiva partecipazione dei diversi soggetti alle iniziative proposte.
Ovviamente l’impegno del Forum non finisce qui: nei prossimi cinque anni la collaborazione tra enti, operatori e associazioni sarà costante. Il Parco supervisionerà lo stato di avanzamento delle 90 azioni con un monitoraggio dei tempi e delle risorse impegnate e un supporto per affrontare eventuali criticità.