A Genova è in corso la mostra “Kozo, carta giapponese d’artista”
A Genova è in corso la mostra “Kozo, carta giapponese d’artista” dello scultore nipponico Nobushige Akiyama. Resterà aperta fino al 22 settembre.
La mostra, curata dalla critica Stefania Severi, offrirà al pubblico una serie di opere che si inseriscono armonicamente nel Museo, sia per la leggerezza del materiale sia per l’uso di colorazioni naturali. Si va dalle sculture tridimensionali ai pannelli bidimensionali, caratterizzati da tracce di elementi naturali che li differenziano e li caratterizzano, alle installazioni site specific pensate proprio per la particolare architettura del museo. Quello utilizzato da Akiyama è un linguaggio criptico, sempre sussurrato, che invita alla meditazione e promuove l’equilibrio dei sensi, in una visione di recuperato rapporto con gli elementi naturali. La mostra si pone quindi come un’occasione di approfondimento dell’arte artigianale della lavorazione della carta, frutto di conoscenze specifiche e profonde.
Akiyama costruisce da solo la sua materia prima, infatti la sua carta giapponese (washi), è in particolare della tipologia Kozo, cioè una carta ricavata dalla fibra del gelso da carta (Broussonetia papyrifera) dopo lunga e laboriosa lavorazione. «Ancora una volta – spiega la consigliera delegata in materia di rapporti dell’esecutivo con organi interni ed esterni ed enti nazionali ed internazionali con particolare riguardo ai rapporti con sponsor, fondazioni bancarie e all’organizzazione del Premio Paganini – il Museo d’Arte Orientale ci offre l’opportunità di ammirare una mostra unica nel suo genere, di un artista eccezionale e che ha fatto della carta il suo canale espressivo. Una mostra suggestiva, che invito a visitare per scoprire nuove forme d’arte e per riscoprire il Chiossone, un museo che è tra le eccellenze del nostro patrimonio artistico e culturale».
«La modernizzazione e le riforme durante l’era Meiji in Giappone videro i contributi personali di figure come Edoardo Chiossone e Vincenzo Ragusa, italiani che contribuirono a insegnare e a formare nuovi artisti giapponesi con uno scambio di contaminazione reciproca – racconta Nobushige Akiyama – il loro interesse per l’arte nipponica è testimoniato dalla grandissima collezione raccolta da Chiossone durante i suoi lunghi anni trascorsi in Giappone. Le esposizioni in musei d’arte con profonde connessioni con il Giappone mi evocano sentimenti particolari. Il mio lavoro si basa partendo dalla produzione della carta washi, realizzata con le mie stesse mani, che poi utilizzo per creare le mie opere. Trovo affascinante lavorare con tecniche uniche della produzione di carta prima che diventi carta vera e propria. Creare grandi fogli di carta e installazioni in luoghi aperti mi dà la sensazione di essere avvolto nell’ampiezza, mentre lavorare su opere in materiali misti come la serie della carta washi sigillata in resina trasparente mi permette di condensare pensieri ed emozioni. Con questa mostra ho il piacere di presentarvi questo straordinario materiale e le sue tecniche tradizionali di produzione, miste con un pizzico della mia fantasia e divertimento».