Ridotta del 30 % la produzione di stelle di Natale in Riviera
Circa il 30% di aziende in meno negli ultimi anni e una riduzione del numero di vasi piantati di almeno
un 10-15% rispetto al 2021. A riportare i trend sulla stella di Natale, è Flornews, organo del Distretto
florovivaistico della Liguria, secondo il quale la diminuzione dei produttori «ha però permesso ad alcuni di vendere anche con prezzi aumentati del 10-20% tutta la produzione». Se «l’Italia è la maggior consumatrice di Stelle di Natale», «la Francia quest’anno ha ridotto le importazioni dal nostro Paese a causa dei costi sempre maggiori di trasporto e della propria economia interna».
Si tratta di una coltivazione energivora che necessita di luce e riscaldamento. Il caldo e la siccità
hanno quindi attenuato gli effetti congiunturali negativi per i produttori, avvantaggiati ad esempio rispetto a quelli che producono ciclamini. Già, ma che fare della stella di Natale passato il periodo natalizio? «Intanto tenerla lontano da bambini e animali perché la poinsettia rilascia un lattice che è tossico se ingerito – consigliano gli esperti del Distretto – poi se mantenuta in un ambiente caldo e illuminato può tranquillamente resistere in vaso senza particolari problemi annaffiando solo quando ce n’è davvero necessità. Se il vaso è piccolo, meglio travasare in uno più grande facendo attenzione a non rompere i rami e controllare che le radici siano bianche, se così è significa che la pianta è in salute. La stella di Natale può durare a lungo in casa, è una pianta robusta. In Messico, paese di cui è originaria, è un cespuglio selvatico che raggiunge anche i 3 metri d’altezza. Qui è tenuta piccola spesso con la somministrazione di prodotti che ne controllano la crescita».