Un’impresa su sei vorrebbe assumere, ma non trova lavoratori adeguati
Imprese che vorrebbero assumere ma non trovano lavoratori con competenze e profili adeguati. E’ questo il quadro che emerge del rapporto annuale Excelsior relativo al 2022 nelle province di Imperia, La Spezia e Savona. Secondo l’analisi, realizzata da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), nelle tre province di competenza della Camera di Commercio Riviere di Liguria, oltre il 60% delle imprese con dipendenti prevedeva di assumere personale nell’anno appena trascorso, ma ha incontrato difficoltà superiori a quelle dell’anno precedente a reperire le risorse richieste.
Ecco i risultati più salienti dell’indagine, provincia per provincia, elaborati dal Servizio Informazione economica e Orientamento al lavoro della Camera di Commercio Riviere di Liguria sui dati dell’analisi Excelsior.
Provincia di Imperia
Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di Imperia nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 14 mila 580 posti di lavoro, di cui il 29% riguardanti persone fino a 29 anni di età. La propensione ad assumere delle imprese dell’Imperiese è aumentata lo scorso anno di 740 unità rispetto al 2021, che significa il 5,3% in più in termini percentuali, un dato che riguarda in prevalenza (per il 78%) le imprese tra 1 e 49 dipendenti.
Tra i settori più bisognosi di lavoratori figurano i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (36%), il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (17,8%), i servizi alle persone (15,2%), i servizi alle imprese (11,2%), le costruzioni (11,1%).
“Anche nella provincia di Imperia, tuttavia, il principale problema da affrontare è quello del mismatch, ossia il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro”, spiega il Presidente della Camera di Commercio, Enrico Lupi. “Tra i settori, – prosegue Lupi – quelli maggiormente colpiti dal cortocircuito tra domanda-offerta di lavoro – con un grado di difficoltà nel reperimento di risorse umane adeguate che tocca il 40 per cento delle figure richieste – sono l’industria (44,3%), i servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (38,7%), i servizi alle imprese (37,5%) e i servizi alle persone (35,6%). Se si guarda invece ai profili professionali, la categoria che registra maggiori difficoltà di reperimento è quella dei dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche, con elevata specializzazione (51,1%) davanti a quella degli operai specializzati (48,1%); seguono le professioni tecniche (47,5%), le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (38,2%), i conduttori di impianti ed operai di macchinari fissi e mobili (32,9%), le professioni non qualificate (23,3%) e gli impiegati (23,2%)”.
Le principali aree aziendali di inserimento sono la produzione di beni ed erogazione del servizio (55,9%), che presenta una difficoltà di reperimento particolarmente elevata, circa il 41%; le aree commerciali e della vendita (19,6%), con una difficolta a reperire le risorse richieste del 26% circa e le aree tecniche e della progettazione (10,9%), con il 44% di difficoltà di reperimento.
Le professioni più richieste nella provincia di Imperia nel 2022 sono gli addetti nelle attività di ristorazione (30,1%), gli addetti alle vendite (10,1%) e il personale non qualificato nei servizi di pulizia (7,9%). Le professioni più difficili da reperire sono gli addetti nelle attività di ristorazione (43%), seguiti dagli artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili (40%) e i conduttori di veicoli a motore (35%).
Interessante il dato relativo alla ricerca di personale femminile: le principali opportunità di inserimento lavorativo riguardano i settori del commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli, dove la ricerca di personale femminile riguarda il 29% dei casi, i servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (27%), i servizi alle imprese (22%), i servizi alle persone (21%).
La quota di assunzioni previste per i giovani pesa per il 29,4% sul totale, ma sulla categoria grava un mismatch del 39% in media. I giovani sono maggiormente richiesti nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (35% delle entrate), dei servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (31% delle previsioni), nei servizi alle persone (27%), nelle costruzioni (26%) e nei servizi alle imprese (24%). I profili invece per cui scarseggiano candidati giovani o è difficile trovarne con competenze adeguate sono: tecnici della salute, conduttori di veicoli a motore, meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili, artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili, operatori della cura estetica, addetti nelle attività di ristorazione, impiegati addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, addetti alle vendite.
L’indagine annuale pone poi l’accento sul livello di istruzione ricercato. Nella provincia, la domanda di laureati sul totale delle entrate programmate è dell’8% (contro il 13% del dato regionale e il 15% di quello nazionale). Il 32% dei lavoratori che si prevede di assumere è diplomato (dato superiore alla media regionale e a quella nazionale), il 42% possiede un attestato di qualifica o diploma professionale, mentre nel 17% dei casi non è richiesto un titolo di studio specifico.
Provincia di La Spezia
Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di La Spezia nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 19 mila 650 posti di lavoro, di cui circa il 34% riguardano persone fino a 29 anni di età. La propensione ad assumere delle imprese dello Spezzino è aumentata lo scorso anno di 3330 unità rispetto al 2021, che significa il 20,4% in più in termini percentuali, un dato che riguarda in prevalenza (per il 67%) le imprese tra 1 e 49 dipendenti.
Tra i settori più bisognosi di lavoratori figurano i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (30,1%), gli altri servizi (19,6%), le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (15,6%), il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (12,9%), le costruzioni (9,8%).
“Anche nella provincia di La Spezia, tuttavia, il principale problema da affrontare è quello del mismatch, ossia il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro”, spiega il Segretario generale della Camera di Commercio, Marco Casarino. “Tra i settori, – prosegue Mazzola – quelli maggiormente colpiti dal cortocircuito tra domanda-offerta di lavoro – con un grado di difficoltà nel reperimento di risorse umane che tocca il 50 per cento delle figure richieste – sono le costruzioni (52%), i servizi avanzati di supporto alle imprese (51%), le industrie meccaniche ed elettroniche (50%); seguono altre industrie (47%) e altri servizi (37%). Se si guarda invece ai profili professionali, la categoria che registra maggiori difficoltà di reperimento è quella degli operai specializzati (55,5%); seguono le professioni tecniche (51,5%), i conduttori di impianti ed operai di macchinari fissi e mobili (47,6%), i dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche, con elevata specializzazione (44,2%), le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (34,5%), gli impiegati (30,7%) e infine le professioni non qualificate (25%)”.
Le principali aree aziendali di inserimento sono la produzione di beni ed erogazione del servizio (52,3%), che presenta una difficoltà di reperimento particolarmente elevata, circa il 41%; le aree commerciali e della vendita (18,2%), con una difficolta a reperire le risorse richieste del 27% circa e le aree tecniche e della progettazione (16,2%), con il 50% di difficoltà di reperimento.
Le professioni più richieste nella provincia di La Spezia nel 2022 sono gli addetti alla ristorazione (25,6%), gli addetti alle vendite (9,1%) e il personale non qualificato nei servizi di pulizia (8%). Le professioni più difficili da reperire sono i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (62%), i conduttori di veicoli a motore (51%), gli artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili (44%) e gli addetti nelle attività di ristorazione (40%).
Interessante il dato relativo alla ricerca di personale femminile: le principali opportunità di inserimento lavorativo per le donne sono nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli, dove la ricerca di personale femminile riguarda il 28% dei casi, i servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (24%), i servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone (21%), altri servizi (20%), servizi avanzati di supporto alle imprese (17%).
La quota di assunzioni previste per i giovani pesa per il 34,2% sul totale, ma sulla categoria grava un mismatch del 38% in media. I giovani sono maggiormente richiesti nel comparto dei servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (48% delle entrate), nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (38% delle previsioni), nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche (28%). I profili invece per cui scarseggiano candidati giovani o è difficile trovarne con competenze adeguate sono: tecnici della salute, conduttori di veicoli a motore, meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili, artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche, fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati, artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili, operatori della cura estetica, addetti nelle attività di ristorazione, addetti alle vendite.
L’indagine annuale pone poi l’accento sul livello di istruzione ricercato. Nella provincia, la domanda di laureati sul totale delle entrate programmate è del 9% (contro il 13% del dato regionale e il 15% di quello nazionale). Il 33% dei lavoratori che si prevede di assumere è diplomato (dato superiore alla media regionale e a quella nazionale), il 40% possiede un attestato di qualifica o diploma professionale, mentre nel 17% dei casi non è richiesto un titolo di studio specifico.
Provincia di Savona
Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di Savona nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 22 mila 620 posti di lavoro, di cui il 29,1% riguardanti persone fino a 29 anni di età. La propensione ad assumere delle imprese del Savonese è aumentata lo scorso anno di 3260 unità rispetto al 2021, che significa il 16,8% in più in termini percentuali, un dato che riguarda in prevalenza (per il 78%) le imprese tra 1 e 49 dipendenti.
Tra i settori più bisognosi di lavoratori figurano i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (32,7%), gli altri servizi (15%), il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (14%), le costruzioni (9,3%), i servizi culturali, sportivi e alle persone (8,7%).
“Anche nella provincia di Savona, tuttavia, il principale problema da affrontare è quello del mismatch, ossia il disallineamento tra la domanda e l’offerta del lavoro, spiega il Vice presidente della Camera di Commercio, Angelo Berlangieri. “Tra i settori, – prosegue Berlangieri – quelli maggiormente colpiti dal cortocircuito tra domanda-offerta di lavoro – con un grado di difficoltà nel reperimento di risorse umane adeguate che tocca il 40 per cento delle figure richieste – sono: le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (47%), le costruzioni (47%), le public utilities (43%), gli altri servizi (42%) e i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (39%). Se si guarda invece ai profili professionali, la categoria che registra maggiori difficoltà di reperimento è quella degli operai specializzati, con il 50% delle entrate programmate; seguono i dirigenti, le professioni intellettuali, scientifiche, con elevata specializzazione (47,5%), le professioni tecniche (45,1%), le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (39,9%), i conduttori di impianti ed operai di macchinari fissi e mobili (35,4%), le professioni non qualificate (26,7%) e gli impiegati (24,9%).
Le principali aree aziendali di inserimento sono la produzione di beni ed erogazione del servizio (51,9%), che presenta una difficoltà di reperimento particolarmente elevata, circa il 42%; le aree commerciali e della vendita (20%), con una difficolta a reperire le risorse richieste del 28% circa e le aree tecniche e della progettazione (13,8%), con il 41,5% di difficoltà di reperimento.
Le professioni più richieste nella provincia di Savona nel 2022 sono gli addetti nelle attività di ristorazione (24,6%), gli addetti ai servizi di pulizia (10,2%) e gli addetti alle vendite (9,2%). Le professioni più difficili da reperire sono gli addetti nelle attività di ristorazione (46%), seguiti dai conduttori di veicoli a motore (45%) e gli artigiani e operai specializzati nell’edilizia (43%).
Interessante il dato relativo alla ricerca di personale femminile: le principali opportunità di inserimento lavorativo riguardano i settori dei servizi alle imprese e alle persone, dove la ricerca di personale femminile riguarda il 34% dei casi, il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (29%), le altre industrie (20%), il turismo compresa la ristorazione (20%) e altri servizi (19%).
La quota di assunzioni previste per i giovani pesa per il 29,1% sul totale, ma sulla categoria grava un mismatch del 37% in media. I giovani sono maggiormente richiesti nel settore dei servizi culturali, sportivi e altri servizi alla persona (41% delle previsioni), nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (36% delle entrate), nelle altre industrie (36%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (28%). I profili invece per cui scarseggiano in misura maggiore candidati giovani o è difficile trovarne con competenze adeguate sono: tecnici della salute, fabbri ferrai, costruttori di utensili, artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture nelle costruzioni, meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili, artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili, impiegati alla segreteria e agli affari generali, conduttori di veicoli a motore.
L’indagine annuale pone poi l’accento sul livello di istruzione ricercato. Nella provincia, la domanda di laureati sul totale delle entrate programmate è del 9% (contro il 13% del dato regionale e il 15% di quello nazionale). Il 29% dei lavoratori che si prevede di assumere è diplomato (in linea con la media regionale e nazionale), il 42% possiede un attestato di qualifica o diploma professionale, mentre nel 20% dei casi non è richiesto un titolo di studio specifico.
“La Camera di Commercio pone particolare attenzione al tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e anche nel 2023 dedica risorse adeguate per le iniziative e i progetti sull’orientamento al lavoro con l’obiettivo di contrastare il problema del mismatch che soprattutto nel periodo post-pandemia ha conosciuto una ripresa per i repentini cambiamenti cui il mercato del lavoro è stato sottoposto”, sottolinea il Segretario generale della Camera di Commercio, Marco Casarino.